Page 25 - Il Processo
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come ebreo era stato il suo precettore militare, il gen. Giuseppe Ottolenghi, e pure il suo pediatra durante una grave malattia infantile (Tullio Luzzatto).
Mussolini si presentò quindi al Gran consiglio del fascismo che approvò il 6 ottobre la “Dichiarazione sulla razza” che delinea il complesso delle misure antisemite. Seguirono gli ulteriori decreti, sempre a Sua  rma, a cominciare da quello di più vasta portata 14 novembre 1938 n. 1738 con i “Provvedimenti per la difesa della razza italiana”.
In dieci anni, dalla foto alla sinagoga del 1928 alla  rma delle leggi del 1938, vediamo il suo voltafaccia, quel vero e proprio tradimento, come usava dire mia Nonna che quegli anni terribili li aveva vissuti con sgomento e angoscia per  gli e nipoti. Lei, erede dei re Savoia che a metà del ‘800 abrogarono le malfamate “interdizioni israelitiche” di origine medievale, come le aveva bollate Carlo Cattaneo agli albori del Risorgimento, ha dato senza esitazione il Suo avvallo alle nuove, più drastiche “interdizioni del duce”.
Tradimento dei cittadini ebrei ma tradimento dello Statuto nei confronti di tutti gli italiani, una responsabilità quindi indubitabile di Lei monarca costituzionale che era la suprema autorità dello Stato italiano di quegli anni.
Veniamo ora brevemente alla sequela implacabile dei decreti legge, delle leggi e dei decreti dei mesi successivi, tutti che portano la Sua  rma, o emanati in forza delle Sua autorità. Vediamola nelle loro precisissime de nizioni e disposizioni, anche per rimuovere l’opinione, tuttora diffusa, che le leggi erano blande e che blanda ne fu l’applicazione. No, non fu così, è vero proprio il contrario: in poche mesi oltre 30 provvedimenti generali vietarono i matrimoni misti, esclusero gli ebrei dalle professioni, dall’esercito, dalle banche e assicurazioni, dall’editoria, dal giornalismo, dallo spettacolo; ne esclusero i libri di testo dalle scuole (persino dalle carte geogra che furono ritagliati via i loro nomi!). Si vietarono i domestici “ariani”, le località di villeggiature, il possesso di radio. Il diritto di essere proprietari di aziende e di immobili venne severamente limitato. Si impose la menzione razziale nei documenti e negli atti di stato civile. In ne, nell’approvare il 12 dicembre 1938 il Libro primo del nuovo codice civile, si reintrodusse in via generale, addirittura all’art. 1, il limite razziale nel godimento della personalità giuridica degli individui, riportando l’orologio della storia ai tempi dell’Ancien Régime, pre-Rivoluzione francese.
Signi cativamente, nella stessa seduta del 14 dicembre 1938 in cui la Camera dei deputati approvò la conversione in legge dei decreti-legge razzisti n.1390, 1539, 1630, 1728 e 1790, essa decretò per acclamazione la propria  ne, presente Mussolini, cioè la propria sostituzione con la Camera dei fasci e delle corporazioni. Signi cativa, triste coincidenza: insieme ai diritti degli ebrei veniva formalmente soppresso anche l’ordinamento liberale dello Stato – la Camera rappresentativa – che era stato istituito quando era stata data loro nel 1848 libertà e uguaglianza.
Gli effetti
Vengo in ne ad alcuni degli effetti della legislazione razzista per sommi capi: esclusione dalle scuole e dall’Università, dagli impieghi pubblici civili e militari, dagli impieghi privati, dalle aziende private ma anche dalle piccole attività commerciali, persino gli ambulanti, angariati con pignoleria ostile dalla nostra burocrazia, mentre plaudevano le associazioni di categoria ben felici di vedere eliminati i concorrenti.
Possiamo vedere i numeri degli espulsi per la scuola e l’università:
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