Page 27 - Il Processo
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Conclusioni
Lei Re, da parte sua, complice e connivente delle leggi del 1938, corresponsabile delle sciagure dell’Italia, fuggito da Roma lasciando la nostra capitale senza difese e i nostri soldati senza ordini, ancora una volta primo nel dare il pessimo esempio, poco dopo, sicuro a Bari,  rmava le prime disposizioni normative che abrogavano nell’Italia del sud liberata l’obbrobrio delle leggi razziali. Di nuovo, come se nulla fosse accaduto, quale sovrano “per grazia di Dio e volontà della Nazione”.
Ma sarebbe durato poco; nel referendum del 2 giugno 1946 gli italiani, la nazione che Lei aveva così male rappresentato e tutelato, avrebbe spazzato via la Sua dinastia, cacciando dal trono Suo  glio e i suoi discendenti, con un giudizio inappellabile.
Io qui non posso che chiedere che il vostro autorevole Tribunale confermi questa condanna, e per così dire la aggiorni:
- dichiarate e accertate le gravissime, irreparabili violazioni dello Statuto commesse dal Re – che vi aveva giurato fedeltà – ai danni dei quasi 50.000 cittadini italiani ebrei; -proclamate nei confronti dell’imputato quella sanzione che gli antichi romani già comminavano a chi si era gravemente macchiato di infedeltà e tradimento a capo della Res Pubblica, la “Damnatio Memoriae”: la cancellazione della memoria, l’oblio della vergognosa  gura del “re fellone”.
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