Page 6 - Il Processo
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INQUADRAMENTO STORICO
NARRATO DALL’ATTORE MARCO BALIANI
“Partimmo per Trieste, dove dovevamo imbarcare sul Saturnia... era il 13 luglio del 1938. Quel che provai in quel momento non lo saprei ridire; e chi non conosce l’amarezza dell’e- spatriato non lo può immaginare. Non si può parlare di dolore, di rimpianto, di sofferenza morale: fu quasi uno strazio  sico, uno strappo, una mutilazione! Mi parve quasi la prova generale della morte; e da allora qualche cosa è de nitivamente morta in me: non la spe- ranza, ma l’illusione; e se qualche cosa mi ha tenuto in vita è stato l’amore per i miei cari e l’amore per la musica.”
Queste parole sono tratte da “Una vita di musica” di Mario Castelnuovo-Tedesco, compo- sitore affermato che fu costretto a lasciare l’Italia a causa delle leggi razziali. La sua famiglia è in sala con noi, venuta da New York per ascoltare in prima mondiale assoluta l’esecuzione della sua Ballata, riportata in vita dal magico violino di Francesca Dego.
Castelnuovo Tedesco, del quale ricorre quest’anno il cinquantenario della morte, può es- sere considerato il simbolo di ciò che l’Italia perse a causa dei “provvedimenti per la tutela della razza”, che furono emanati a più riprese, ma la cui formulazione più ampia, proposta dal governo di Mussolini e  rmata dal re d’Italia Vittorio Emanuele III, divenne legge dello Stato Italiano nel 1938.
Le norme antiebraiche non furono blande, e vennero applicate con maniacale accuratezza e sbalorditiva rapidità.
Subito dopo la loro promulgazione migliaia di studenti e professori vennero allontanati dagli atenei e dalle scuole pubbliche del Regno: una profonda ferita, mai completamente rimarginata, fu inferta alla cultura e alla società.
Ciascun italiano fu catalogato sulla base della razza, ovvero del “sangue”: una aberrazione sottoscritta da sedicenti scienziati, secondo cui uomini e donne erano solo pacchi postali sigillati trasportanti materiale genetico di generazione in generazione.
Agli effetti di legge, erano considerati di razza ebraica:
-i  gli di genitori entrambi di razza ebraica, anche se appartenenti a religione diversa da quella ebraica;
-i  gli nati da genitori di cui uno di razza ebraica e l’altro di nazionalità straniera;
-i  gli nati da madre di razza ebraica qualora fosse ignoto il padre; e quelli che, pur essen- do nati da genitori di nazionalità italiana, di cui uno solo di razza ebraica, professassero la religione ebraica, o fossero, comunque, iscritti ad una comunità israelitica, ovvero avessero fatto, in qualsiasi altro modo, manifestazioni di ebraismo.
Nell’agosto del 1938 l’uf cio demogra co centrale del Ministero dell’Interno, apposita-
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