Brani dalla letteratura ebraica

Genesi 1:27

“Dio creò l’uomo secondo il suo modello, secondo il modello di Dio lo creò, maschio e femmina li creò”.


Genesi 2:18

Dio disse: ‘Non è bene che l’uomo sia solo: gli farò un aiuto di fronte a lui”.


Genesi 2:20-25

Dio forgiò in donna la costola che aveva preso dall’uomo e la portò all’uomo. L’uomo disse: ‘Questa volta è ossa della mie ossa e carne della mia carne. Sia costei chiamata ishà (donna) poiché dall’ish (uomo) costei è stata presa’. L’uomo quindi lascerà suo padre e sua madre; si unirà a sua moglie e diverranno un’unica carne”.


Genesi 5:2

Maschio e femmina li creò e dette loro il nome Adamo


Le matriarche: Sara. Genesi 18: 12-24

Essa rise dentro di sé…
Il Signore disse ad Abramo:
“Perché Sara ha riso pensando: è proprio vero che io, così vecchia, possa partorire? C’è cosa impossibile per il Signore? ...”

Le matriarche: Rebecca. Genesi 27: 6-13
 
Rebecca parlò così al figlio Giacobbe: “ …Va al gregge e prendimi due capretti con i quali preparerò per tuo padre una vivanda gustosa, …gliela porterai e la mangerà, affinché ti benedica prima della sua morte.” Giacobbe disse a sua madre: “… apparirò ai suoi occhi come un ingannatore e mi tirerò addosso maledizione anziché benedizione.” Sua madre replicò: “la sua maledizione ricada su di me, figlio mio; ma dammi ascolto…”
Le matriarche: Rachele. Genesi 29: 16-20
 
Giacobbe amava Rachele e disse: “ti servirò sette anni per Rachele, la tua figlia minore”. Labano replicò: “E’ meglio ch’io la dia a te che a un altr’uomo; rimani con me”. Giacobbe servì per Rachele sette anni che gli sembrarono pochi giorni, tanto l’amava.
Le matriarche: Lea. Genesi 29: 23-31
 
Alla sera, prese sua figlia Lea e la condusse presso di lui…
Al mattino Giacobbe si accorse che era Lea e disse a Labano: “che mi hai fatto? …Perché dunque mi hai ingannato?” …Unitosi anche con Rachele, amò lei più di Lea; …Il Signore, vedendo che Lea veniva trascurata, la rese feconda.
 

Talmud Babilonese, Trattato Sanhedrin 39a

L’imperatore andò d Rabban Gamliel e gli disse: il vostro Dio è un ladro perché (nella Torah) è scritto: “Dio fece cader sonno sull’uomo che si addormentò; gli prese una delle costole e nel suo posto chiuse la carne…” Allora sua figlia gli disse: lascialo a me e gli risponderò (…) “stanotte siamo stati visitati dai ladri che hanno rubato l’ampolla d’argento e ne hanno lasciata al suo posto una d’oro””Vorrei dei ladri così ogni giorno!” “Eh non fu forse un guadagno per Adamo quello di essere derubato di una costola e di ricever in cambio una donna (…)”


Talmud Babilonese, Trattato Yevamot 62b :

R. Tanchum diceva a nome di R. Chanilai: un uomo che non ha moglie vive senza gioia, senza benedizione, senza bene.


Talmud Babilonese, Trattato Bavà mezià 59a:

Se tua moglie è bassa, chinati e ascolta i suoi consigli


Talmud Babilonese, Trattato Bavà mezià 59B:

Imma Shalom (moglie di Rabbì Eliezer e sorella di Rabban Gamliel) disse: Ho imparato questo nella casa di mio padre: anche se tutte le porte fossero chiuse, rimarrebbe aperta quella per il giusto che è oppresso


Talmud Babilonese, Trattato Kiddushin 49b:

Dieci misure di parole scesero sul mondo, nove furono prese dalle donne


Talmud Babilonese, Trattato Yevamot 63a :

“In cosa la donna aiuta l’uomo? L’uomo porta il grano, forse che il grano si mangia così? Porta il lino, forse che il lino così grezzo può essere utilizzato per vestirsi?”.


Talmud Babilonese,Moed Katan 9b

I nostri Maestri insegnano: Queste cose sono (permesse) negli ornamenti delle donne: Acconciarsi i capelli, truccarsi gli occhi con polveri (nere), farsi i capelli ricci o ondulati, mettersi del rosso sulla faccia (…)


Proverbi, 31: 1 (Una donna di valore - Eshet chail)

Una donna di valore, chi potrà trovarla? Superiore a quello delle perle è il suo valore.

Il cuore del marito può fidare in lei, e dovizie non verranno a mancargli.

Gli arreca sempre bene e mai male, tutti i giorni di sua vita.

Procaccia lana e lino, e li lavora con le sue solerti mani.

E’ come le navi del mercante, fa venire da lontano il vitto.

Si alza mentre è ancora notte, prepara il cibo per la sua famiglia ed assegna il compito alle sue ancelle.

Pensa ad un podere e lo compra, col frutto delle sue mani pianta una vigna.

Cinge di forza i suoi lombi, rende vigorose le sue braccia.

Sente che quanto produce è buono, e durante la notte non si spegne il suo lume.

Tende la mano alla conocchia, e le sue braccia sostengono il fuso.

Schiude la palma al povero, porge le mani all’indigente.

Non teme per la sua famiglia il cader della neve, poiché la sua casa è fornita di lana vermiglia.

Coperte essa ha approntato, di fine lino e porpora è il suo vestito.

Considerato nelle porte della città è suo marito, quando siede tra i notabili del paese.

Essa lavora tuniche e le vende, fornisce cinture al mercante.

Di forza e decoro è adorna, sorride pensando all’avvenire.

Apre la bocca con sapienza, ed un’amabile istruzione è sulla sua lingua.

Sorveglia gli andamenti della sua famiglia, e non mangia il pane della pigrizia.

Si alzano i suoi figli e la felicitano, la loda il marito:

“Molte giovani dan prova di valore, ma tu su tutte emergi”.

Cosa fallace è la grazia, vanità la bellezza, solo la donna che teme Dio è degna di gloria.

Celebratela per il frutto delle sue mani, e la lodino le sue opere nelle porte della città.