Glossarietto

(tra il serio e il faceto)

a cura di Sira Fatucci
 

Balabusta

(Yiddish) Una perfetta padrona di casa.


Bat mizwa

La cerimonia attraverso la quale le bambine a 12 anni divengono maggiorenni.


Bobemeise

(Yiddish) Bobe “nonna” e meise, dall’ebraico ma‘aseh, “fatto”. Storia della nonna, ossia favola.


Brodo di pollo

L’aspirina della mamma ebrea.


Binà

Lett: comprensione. Uno dei tre poteri intellettuali primari. E’ anche una delle sefiroth kabbalistiche.


Borsht

Zuppa di barbabietole con aggiunta di panna preparata dalle mamme ebree dell’est europa come premio e da quelle italiane come punizione per i loro bambini. Per stomaci forti. (N.B. Per le mamme ebree si rimane bambini fino a 45 anni e oltre.)


Challà

Pane della tradizione ebraica a forma di treccia di pasta che viene consumata durante lo shabbath e le festività. La challà è anche la sposa. Si raccomanda la massima attenzione a non fare confusione e portare la sposa a tavola e il pane sotto la chuppà.


Educazione dei figli

Nell’educare i figli la mamma ebrea perdona e dimentica, ma non dimentica mai - oh, questo no! - di aver perdonato...


Ghet

Atto attraverso il quale l’uomo e la donna sposati divorziano.


Gvèret

Signora.


Ketubbà

Il contratto nuziale


Mammma ebrea

Padrona dell’universo, appena dopo Dio.

“Una madre ebrea è anzitutto cento tonnellate al secondo d’amore zuccherato, infornate a forza nella gola dell’adorato bambino” (A. Sénik).

La mamma ebrea si vanta con le proprie amiche che suo figlio paga duecento dollari l’ora per parlare di lei - e solo di lei - con un grande dottore.


Madri d’Israele

Le matriarche: Sara, Rebecca, Leah e Rachele.


Matroneo

La parte riservata alle donne all’interno di una sinagoga.


Miqwè

Raccolta d’acqua naturale corrente contenente almeno quaranta sea (misura di volume in uso ai tempi della Mishna). Il bagno rituale che ogni fidanzata ebrea deve fare prima del matrimonio, e che le donne religiose fanno al termine del periodo mestruale e dopo aver partorito. Il miqwè è prescritto in numerose altre occasioni, come il rito di conversione all’ebraismo, e coinvolge anche gli uomini. Miqwè indica anche il locale in cui si adempie al precetto. Chiamato usualmente bagno rituale in quanto l'immersione in esso di cose e persone conferisce la purità rituale, tahara (v. tahor, tahara) Una vasca o una piscina ripiena di acqua attinta non costituisce un mikve.


Rapporti madre figlio

Esempio di conversazione tra figlio e mamma ebrea

“Pronto mamma, come stai?”

“Bene grazie, non posso lamentarmi.”

“Oh scusi, ho sbagliato numero” .


Rebbetzin

La moglie del rabbino, figura di riferimento per le donne della sua Comunità.


Shekhinà

La Gloria divina nel suo aspetto immanente, la Divina presenza che ai tempi del primo Santuario risiedeva nel Santo dei Santi e che poi segue Israele ovunque, anche nell’esilio. Nella mistica ebraica indica anche il lato femminile di Dio.


Tahor, Tahara

Puro, purità. L'halacha stabilisce dei criteri di purità rituale. Chi risponde a questi criteri viene definito tahor, lo stato di purità rituale è detto tahara. Chi non risponde a questi criteri viene definito tame, in stato di tuma.


Zeved ha-bat

Cerimonia di presentazione di una bambina alla Comunità. Normalmente si svolge a 40 giorni dalla nascita.