Bar-mitzvà
"Figlio del precetto". L'osservanza
delle leggi ebraiche diventa obbligatoria per
il maschio che ha raggiunto la maggiore età
a tredici anni. Da questo momento in poi egli
conterà nel quorum degli uomini adulti,
necessario per la recitazione pubblica delle preghiere.
Con lo stesso nome si designa la cerimonia solenne
con la quale il giovane viene chiamato per la
prima volta alla lettura della Torà.
Il suo equivalente femminile è bat-mitzvà;
questa cerimonia si celebra a dodici anni ed ha
acquistato una certa solennità solo nelle
ultime generazioni.
Berakhà
Benedizione. La berakhà accompagna e sottolinea
molte azioni della vita quotidiana. Esistono benedizioni
specifiche per i diversi cibi che si mangiano
e per le azioni che si compiono.
Besamim
"Profumi". Spezie profumate adoperate
durante la cerimonia che distingue i giorni festivi
e il sabato da quelli feriali (Havdalà).
Bet ha Keneset
"Sinagoga". Luogo di riunione, studio
e preghiera. Vi si conservano i rotoli manoscritti
della Torà, in uno speciale armadio, l'Arón
ha-Kodesh.
Challà
La challà è un pane speciale a forma
di treccia che si usa consumare il sabato.
Chanukkà
Consacrazione, inaugurazione. È una festa
autunnale, di istituzione rabbinica post-biblica.
Ricorda la rivolta giudaica sotto la guida dei
fratelli Maccabei, contro l'oppressione siro-ellenistica.
È caratterizzata dall'accensione della
lampada a nove lumi che, in Italia, viene chiamata
con lo stesso nome della festa.
Charoseth
E' il nome di una sorta di marmellata dolce e
compatta che appartiene alla simbologia della
cena pasquale, in quanto rappresenta la malta
adoperata dagli ebrei, schiavi in Egitto, per
costruire gli edifici dei Faraoni.
Chassidim
Sono chiamati così gli aderenti al movimento
detto, appunto, chassidismo, un movimento di massa,
sorto nell'Europa orientale nella metà
del XVIII secolo, che tradusse in forme popolari
la mistica della Kabbalà. Ha prodotto una
ricchissima letteratura che però in Italia
non è ancora completamente conosciuta ed
apprezzata.
Ghemarà
Letteralmente significa "completamento"
del testo della Mishnà. Spesso viene usata
come sinonimo di Talmud.
Haggadà
"Narrazione". Si chiama così
il testo antologico, composto di brani di letteratura
biblica e post-biblica, composizioni poetiche,
salmi e rituali di preghiera, che si legge durante
il seder, la cerimonia pasquale che si svolge
in una gioiosa atmosfera familiare e che è
centrata sulla cena tradizionale. Il testo viene
stampato con commenti, traduzioni e illustrazioni
artistiche.
Halakhà
Deriva dalla radice ebraica che significa "procedere",
"andare" ed è la normativa ebraica.
Si deduce dai testi della tradizione ebraica.
Havdalà
"Distinzione, separazione". Si chiama
così la breve cerimonia con la quale dopo
il calare del sole hanno termine le festività
e il Sabato.
Kabbalà
"Tradizione ricevuta". In senso stretto
designa la tradizione mistica di origine medievale
che ha inizio nel secolo XIII nella Francia meridionale
e in Spagna. La filosofia mistica è sempre
stata appannaggio di pochi studiosi.
Kaddish
E' un'esaltazione di Dio e un'implorazione per
la redenzione del popolo ebraico. Si presenta
in forme varie: viene recitato dal cantore in
sinagoga in momenti prestabiliti della preghiera,
ma anche da persone in lutto o da coloro che celebrano
un anniversario funebre.
Kasher
Idoneo. Il termine si riferisce a tutto ciò
che corrisponde alle norme di vita ebraica come
stabilite dalla tradizione. In particolare si
riferisce alla preparazione degli alimenti e delle
bevande per i quali vigono norme molto rigorose.
È nota anche la pronuncia ashkenazita,
kòsher.
Ketubà
(pl.Ketubòt). Scrittura, contratto matrimoniale.
La pergamena sulla quale è redatto il contratto
spesso è riccamente decorata con disegni
e simboli.
Kibbutz
Villaggio rurale a conduzione collettivistica.
Il primi kibbutzim (pl. di kibbutz) furono fondati
in Israele nel 1909.
Kiddush
Consacrazione della festa che si recita su un
calice di vino e segna l'inizio del sabato e delle
feste.
Kippà
Piccolo copricapo rotondo che gli Ebrei usano
portare per non presentarsi mai a testa nuda al
cospetto del Signore, in segno di rispetto. Per
questo motivo gli Ebrei pregano solo a capo coperto.
Lulav
L'insieme di rami di diverse specie e di un cedro
che viene usato durante Sukkot.
Maghen David
"Scudo di Davide". Si chiama così
la stella a sei punte che è diventata un
simbolo dell'ebraismo e dello Stato d'Israele.
Matzot
Azzime. Pani schiacciati non lievitati e senza
sale che vengono consumati dagli Ebrei durante
i giorni di Pesach, quando sono vietati tutti
i cibi lievitati.
Meil
"Manto". Il manto con il quale si avvolge
il rotolo della Torà. Nella tradizione
sefardita, e soprattutto nordafricana, si usa
al suo posto un grande astuccio in legno, detto
"tik".
Menorà
Lampada a sette bracci di antichissima tradizione.
Già descritta nella Torà
appartiene agli arredi del Santuario come si vede
dal rilievo dell'Arco di Tito in Roma. Oggi è
un puro oggetto simbolico che fa parte dello stemma
dello Stato d'Israele.
Midrash
Designa un tipo di letteratura rabbinica di tipo
omiletico e esegetico.
Milà
Circoncisione. È obbligatorio per ogni
Ebreo circoncidere i propri figli maschi all'ottavo
giorno dalla nascita. Si tratta di un adempimento
di tale importanza che può essere eseguito
persino di Sabato. Il circoncisore è chiamato
mohel.
Mishnà
Opera in sei libri compilata per iscritto in Palestina
nella metà del II secolo dell'Era volgare
e che comprende le norme essenziali della tradizione
orale per quanto riguarda il diritto civile, penale,
matrimoniale, le regole del culto sinagogale e
del Santuario, ecc. Scritta quasi totalmente in
ebraico.
Mitzvà
Norma comandata. Sono i 613 precetti che gli Ebrei
sono tenuti ad osservare.
Omer
Antica misura di cereali. Il termine si riferisce
alla quantità di orzo del prodotto novello
che, falciato il 16 del mese di Nissan e offerto
al Santuario, permette di far uso del raccolto.
Da questo momento si conteggiano sette settimane
che conducono a Shavuot.
Parashà
Brano settimanale di lettura della Torà.
Parochet
Tenda ornamentale generalmente realizzata in tessuto
pregiato posta davanti all'Arón ha-Kodesh.
Pesach
Pasqua ebraica.
Purim
"Sorti". È il nome di una festa
stabilita in ricordo di una minacciata persecuzione
degli ebrei sotto l'impero persiano, poi sventata
grazie al provvido intervento della regina Ester.
È una ricorrenza gioiosa nella quale si
usa uscire in maschera. In Sinagoga viene letto
il rotolo di Ester.
Rosh ha Shanà
"Capodanno ebraico". Si festeggia all'inizio
del mese di Tishrì.
Sefarditi
Spagnoli. Ebrei provenienti dalla penisola iberica
dalla quale furono cacciati
dall'Inquisizione dopo il 1492. Presentano tradizioni
culturali proprie e conservano abbastanza l'uso
dell'antico castigliano che chiamano "ladino"
o "ispaniolit".
Seder
Ordine. Si riferisce in particolare modo all'ordine
della cena della sera pasquale nella quale si
succedono una serie di preghiere e di salmi.
Sefer Torà
Libro della legge. Si denomina così il
rotolo, manoscritto con inchiostro speciale e
da speciali amanuensi, dei primi cinque libri
della Bibbia o Pentateuco. Conservato nell'Arón
ha-Kodesh, avvolto nel meil, il manto che nella
tradizione sefardita può essere sostituito
da un astuccio di legno, detto tik, adorno dell'atarà,
la corona a simboleggiare la regalità della
legge divina e i rimmonim, i puntali che ornano
i rotoli della Torà. Viene adoperato nella
lettura pubblica dei sabati e delle feste.
Shadday
Nome con il quale viene chiamato Dio in alcuni
passi biblici. Si designano con lo stesso nome
alcuni oggetti portafortuna che vengono appesi
al collo o sulle culle dei bambini.
Shavuot
"Pentecoste". È la festa del
raccolto dei cereali e celebra il dono della Torà.
Ricorre 50 giorni dopo Pesach.
Shemà
"Ascolta". È la più famosa
preghiera ebraica che comincia con le parole "Ascolta
Israele, il Signore è il nostro Dio, il
Signore è uno solo". Recitata al mattino,
alla sera e prima di coricarsi questa preghiera
si compone di tre passi della Torà.
Shofar
Corno di montone, usato come buccina, il cui suono
caratteristico chiama a raccolta il popolo. Viene
usato nelle grandi solennità e in particolare
nelle festività penitenziali di principio
d'anno.
Sukkot
Una delle feste di pellegrinaggio che ricorre
al principio dell'autunno ed è caratterizzata
dalla costruzione delle relative capanne, in ricordo
delle abitazioni precarie nelle quali avevano
alloggiato gli Ebrei durante le loro migrazioni
quarantennali nel deserto. È fatto obbligo
costruire ogni anno, nella festività omonima,
una capanna, abitarla per quanto possibile e poi
demolirla.
Tallit
"Mantello". Nella pronuncia ebraico-
italiano di dice talled. Manto quadrangolare fornito,
ai quattro angoli, dei fiocchi prescritti dal
Deuteronomio. Lo indossano gli uomini nella preghiera
mattutina e in particolari occasioni solenni.
È costume dei più osservanti quello
di indossare sotto ai vestiti un piccolo tallit
che si chiama "tallit katan".
Talmud
Imponente opera che comprende la Mishnà
e la Gemarà. Presente in due redazioni,
quello babilonese e quello palestinese o di Gerusalemme.
Per secoli oggetto di attento studio da parte
degli Ebrei e di irragionevole odio da parte dei
loro persecutori, fu più volte condannato
al rogo.
Tefillin
"Fiilatteri". Sono due astucci di cuoio
che si pongono l'uno sulla fronte e l'altro sul
braccio sinistro dove si fissa con apposite cinghiette,
pure di cuoio, tutti i giorni non festivi. In
entrambe le scatolette sono contenute piccole
pergamene su cui sono scritti alcuni versetti
della Torà.
Tevà
"Pulpito". Tribuna da cui si legge la
Torà. La Tevà (anche chiamata Bimà),
e l'Arón sono i principali elementi costitutivi
della Sinagoga.
Torà
"Insegnamento, Legge". Si designa specificamente
con questo nome il Pentateuco, o cinque libri
di Mosè i primi cinque libri della Bibbia.
La tradizione ha chiamato questi libri la Torà
scritta, per distinguerla da quella orale che
comprende le tradizioni e i commenti applicativi
dei Maestri. Con il tempo anche la Torà
orale è stata posta per iscritto, soprattutto
nella Mishnà.
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